Quali interventi ha finanziato il Superbonus?

I dati nazionali dal rapporto ENEA sui risultati del Superbonus, sugli interventi realizzati e gli investimenti ammessi a detrazione 110%

 

Introdotto con il Decreto Rilancio nel maggio 2020, il Superbonus aveva la doppia ambizione di rilanciare il settore edilizio nel momento di crisi dovuto alla pandemia e di migliorare l’efficienza energetica degli edifici italiani – un nodo chiave per ridurre le emissioni cittadine e contrastare la povertà energetica. Nonostante le recenti modifiche introdotte dal Governo Meloni rendono ancora più difficile accedere a una misura già di per sé problematica, i dati degli anni scorsi pubblicati da ENEA mostrano i settori in cui il Superbonus ha effettivamente portato a un’accelerazione degli investimenti sull’efficientamento energetico degli edifici. 

“Il Green Deal europeo ha individuato la riqualificazione degli edifici pubblici e privati come l’intervento chiave per promuovere l’efficienza energetica nel settore edilizio”, spiega Gilberto Dialuce, presidente dell’ENEA, nell’introduzione al rapporto. “L’edilizia, che attualmente rappresenta una quota importante delle emissioni di gas serra (GHG), è un settore fondamentale da decarbonizzare per garantirci la riduzione delle emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Poi, c’è una crisi sociale. La povertà energetica è in aumento in tutt’Europa. I dati dell’Energy Poverty Advisory Hub indicano che il numero dei cittadini europei in condizioni di povertà energetica è compreso tra i 50 e i 125 milioni. Questi ultimi si trovano in grande difficoltà a pagare i costi dell’energia a causa dell’aumento dei prezzi del gas e le più colpite sono le famiglie a più basso reddito”.

Il rapporto ENEA 2022 si riferisce ai dati degli interventi che sono rientrati nel Superbonus con detrazione al 110% fino a dicembre 2021, dati considerati stabili. Infatti, i dati per il 2022 sono ancora suscettibili di cambiamenti: dato che i tecnici possono modificare, annullare o rigettare le asseverazioni – cioè il documento che certifica la conformità alla normativa degli interventi da eseguire – anche dopo che queste sono state presentate all’ente, i dati mensili pubblicati da ENEA tendono a consolidarsi nel tempo.

 

Leggi anche: Efficienza energetica degli edifici: il ruolo delle città

 

Quanti (e quali) edifici hanno avuto accesso al Superbonus nel 2021

I dati ENEA mostrano che a dicembre 2021 si sono registrati più di 91 mila cantieri aperti, con investimenti ammessi alle detrazioni fiscali per oltre 15 miliardi di euro (e un conseguente onere per lo Stato di oltre 16 miliardi euro). Gli interventi hanno riguardato per il 15% i condomini, per il 52% gli edifici costituiti da una singola unità immobiliare e per il 33% le unità immobiliari funzionalmente indipendenti all’interno di condomini. 

In termini di investimenti ammessi alle detrazioni, tuttavia, le percentuali cambiano in modo significativo: il 47% riguarda i condomini, il 33% gli edifici unifamiliari e il 19% le unità immobiliari funzionalmente indipendenti. L’investimento medio è stato di circa 540 mila euro per i condomini, 110 mila euro per gli edifici monofamiliari e 95 mila per le unità immobiliari funzionalmente indipendenti.

 

Quali interventi fanno risparmiare energia

Il rapporto ENEA elenca gli interventi che sono stati realizzati nel 2021 sotto l’ombrello del Superbonus, e del risparmio energetico annuo che hanno portato. Gli interventi previsti sono di due tipi: trainanti, che permettono cioè di fruire della detrazione del 110%, e trainati, che possono fruire della detrazione solo se “abbinati” a interventi trainanti. Alla prima categoria appartengono l’installazione del cosiddetto cappotto termico, che coibenta le pareti dell’edificio evitando la dispersione di calore, e la sostituzione dell’impianto di riscaldamento. Alla seconda categoria appartiene, per esempio, la sostituzione degli infissi, sempre per ridurre la dispersione termica.

Ma in che misura questi interventi hanno influito sul risparmio energetico? Il grafico riassume i dati sui gigawattora che è stato possibile risparmiare in un anno grazie ai vari interventi al 110%, a fronte di circa 19 mila interventi sull’involucro (che includono anche la sostituzione degli infissi), e a quasi 160 mila sugli impianti di riscaldamento.

 

 

Una fetta importante deriva dall’installazione di pompe di calore e sistemi ibridi per il riscaldamento: questi sistemi, oltre all’alta efficienza, permettono anche di abbattere le emissioni di gas serra che causano il cambiamento climatico, perché sono alimentate da energia elettrica (che può essere prodotta da fonti rinnovabili) invece che con il gas fossile.

La vendita di questi sistemi di riscaldamento è ancora limitata rispetto alle molto più diffuse caldaie a condensazione, ma ha avuto un forte incremento proprio negli anni del Superbonus, sia per quanto riguarda i sistemi monosplit e multisplit, rapidi da installare, economici ed adattabili a diversi ambienti, sia per quanto riguarda i chiller reversibili con condensazione ad aria.

 

 

di Anna Violato – formicablu

Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con RADAR Magazine, testata online che racconta i cambiamenti del clima e dell’ambiente, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con diverse case editrici.

Foto di copertina: Pixabay