Aria, acqua e dati: citizen science per conoscere e proteggere l’ambiente

L’Associazione Parco dei Cedri nel cuore, tra le realtà che sostengono la Missione Clima di Bologna, lavora con abitanti della città e studenti in attività che promuovono la cultura scientifica e la tutela del territorio

 

La ricerca scientifica non si fa solo in laboratorio: grazie alle attività di alcune associazioni, la si fa anche nei parchi di Bologna, includendo studenti e abitanti nel monitoraggio dello stato di salute dell’ambiente cittadino. Tra queste c’è l’Associazione Parco dei Cedri nel cuore, una dei gruppi che sostengono la Missione Clima della città di Bologna, che è impegnata in attività per la salvaguardia dell’ambiente, che facciano anche crescere le relazioni all’interno della comunità – con particolare attenzione per le persone più fragili.

L’associazione collabora con enti pubblici del settore ambientale, università e altre organizzazioni in progetti che portano un beneficio per il territorio: in ambito ambientale, ciò significa anche coinvolgere gli abitanti della città in attività di vera e propria ricerca scientifica, attraverso pratiche di citizen science.

La citizen science (o “scienza della cittadinanza”) è una in cui persone non esperte partecipano alla ricerca scientifica, in modi che possono andare dalla raccolta di dati alla collaborazione con scienziati e scienziate per individuare i problemi che colpiscono una comunità. L’Associazione Parco dei Cedri nel cuore ha deciso di partecipare alla Missione Clima anche con attività che coinvolgono studenti e altri abitanti nel monitoraggio della salute dell’ambiente, in particolare nel quartiere Savena dove l’associazione è attiva.

 

Il monitoraggio dell’aria

“La nostra associazione mette molta attenzione verso le scuole, per formare gli studenti a un impegno civile nei confronti del proprio territorio con attività di educazione attiva”, ci spiega Vanna Ragazzini, professoressa di fisica in pensione che oggi è presidente dell’associazione e guida molte attività sul territorio.

L’associazione ha lavorato con classi di alcuni istituti della zona per costruire stazioni di monitoraggio dei parametri ambientali, che sono progettate e realizzate usando microsensori a basso costo. Al momento le stazioni raccolgono dati su temperatura, umidità, polveri sottili e concentrazione di CO2 nell’aria, anche se l’associazione progetta di aggiungere altri parametri in futuro. Il progetto prevede corsi d’aggiornamento per gli insegnanti e percorsi per gli studenti finalizzati a costruire e installare nuove stazioni di monitoraggio ambientale con l’obiettivo di realizzare una rete di monitoraggio che raccoglie dati sulle criticità ambientali locali.

“Le classi costruiscono queste stazioni, open source e open data, dopo un percorso di formazione di esperti ARPAE”, racconta Ragazzini. “Per noi questo è un elemento molto importante: gli esperti formano studenti – che poi naturalmente sono anche cittadini – in modo che questa formazione serva a mettere in campo azioni per il bene del territorio”.

Per il momento l’associazione ha già installato alcune centraline, per esempio al Parco dei Cedri. Ma ha deciso di allargare il progetto anche ad altre realtà del territorio, per esempio la Biblioteca Natalia Ginzburg. “Abbiamo coinvolto anche le biblioteche in questo progetto, per allargare la platea di persone a cui possiamo arrivare. Poi, grazie al nostro progetto che è stato votato nel Bilancio Partecipativo, un’altra centralina è stata messa a Monte Donato e un’altra sarà installata al Parco del Paleotto, in modo da distribuirle nel quartiere Savena”.

Una stazione di monitoraggio ambientale al Liceo Minghetti.

Il Savena e la sua acqua

L’Associazione Parco dei Cedri nel cuore ha proposto un progetto per il Bilancio Partecipativo (poi votato) per valorizzare l’ecosistema del Savena, una delle storiche vie d’acqua di Bologna. “Sul fiume Savena, come cittadini abbiamo fatto un progetto di monitoraggio della vegetazione riparia”, cioè delle piante che crescono lungo le rive del fiume, racconta Vanna Ragazzini, “che ha visto anche una parte di formazione sull’importanza della vegetazione riparia per l’ecosistema fiume”.

Per la consulenza scientifica, l’associazione lavora con il WWF e con il gruppo di ricerca della professoressa Bruna Gumiero, ecologa fluviale dell’Università di Bologna, che fa parte anche dell’associazione Citizen Science Italia.

Sul Savena il gruppo non si è solo occupato di censire la vegetazione sulle rive. “Con un gruppo di ragazzi dell’Istituto Ettore Majorana, dell’indirizzo biotecnologie, portiamo avanti anche un progetto di analisi chimico-fisiche e biologiche delle acque. Oltre alle caratteristiche dell’acqua, facciamo quindi anche l’analisi dei macroinvertebrati nel fiume”, spiega Ragazzini. Lo studio dei macroinvertebrati è importante perché questi organismi vengono usati come sentinelle della qualità delle acque, dal momento che organismi diversi hanno una diversa sensibilità alla presenza di inquinanti o altre alterazioni dell’ecosistema.

 

Promuovere la cultura scientifica

Le attività ambientali dell’associazione hanno un obiettivo diretto di monitoraggio e tutela del territorio, ma non è l’unico livello di lavoro. “Vista la situazione critica causata dai cambiamenti climatici, una gestione ecosistemica dei fiumi oggi è importantissima. Quello che facciamo e che possiamo fare noi, in questo momento, è partecipare alla ricerca e alla creazione di conoscenza con i monitoraggi”, spiega Ragazzini. Ma è solo il primo passo di un lavoro più ampio di creazione di competenze scientifiche e di educazione alla cultura dei dati.

“Da questa attività di raccolta dei dati, noi vogliamo fare anche un’analisi della qualità dei dati che abbiamo raccolto. La citizen science infatti prevede che i cittadini raccolgano dati attendibili, che possano essere usati per la ricerca scientifica”. L’associazione vuole coinvolgere le scuole anche in questo lavoro, partendo dai dati raccolti dalle stazioni autocostruite e da una di quelle ARPA – più tecnologicamente avanzata – ai Giardini Margherita. “È importante infatti che i ragazzi e le ragazze capiscano che i dati devono essere attendibili, e come questi dati attendibili si ottengono”, spiega Vanna Ragazzini. Nelle attività, l’associazione lavora con software open source e con dati liberamente accessibili e condivisi per diffondere la cultura della collaborazione, anche nella ricerca. “L’idea da cui partiamo è questa: è importante che tutti abbiano una cultura scientifica di base per non essere preda della disinformazione e delle fake news, di essere cittadini che oltre a partecipare possono dare un loro contributo. Per gli studenti, poi, può essere una riflessione che porta un domani a fare una scelta lavorativa”.

 

 

di Anna Violato – formicablu

Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con testate come Nature Italy, Le Scienze e RADAR Magazine, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con diverse case editrici.

Foto di copertina: Alcuni studenti della classe 4G dell’IIS Majorana (sezione Biotecnologie) durante un’attività di citizen science sul Savena, località Parco dei Cedri, in occasione della Giornata mondiale dell’acqua (22 marzo 2024). Foto di Associazione Parco dei Cedri nel cuore.