Il Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) ha pubblicato il più accurato studio sul cambiamento climatico e i suoi impatti in sei città italiane: Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia. In questo prima puntata ci concentriamo sugli scenari e il confronto con il passato.
Le città sono hot spot di cambiamento climatico. La loro struttura urbanistica, associata a un’elevata concentrazione di popolazione, le rende più fragili ed esposte al cambiamento climatico. Per questo motivo l’ultimo rapporto della Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) si concentra su sei città italiane e propone una rassegna del clima, degli impatti, dei rischi e degli strumenti di cui si stanno dotando Bologna, Milano, Napoli, Roma, Torino e Venezia.
Come ha sottolineato durante la presentazione la curatrice del rapporto, Donatella Spano (Università di Sassari e CMCC), si tratta dell’analisi sulle città italiane a più alta risoluzione mai realizzata finora. Il rapporto, infatti, integra diverse fonti di dati e propone simulazioni e scenari con una risoluzione di soli 2 chilometri. Il rapporto è quindi lo strumento più accurato per prendere il polso della situazione e capire cosa ci aspetta nei prossimi anni. “L’obiettivo è quello di fornire uno strumento che possa contribuire rendere le nostre città più pronte e preparate. Per raggiungere questo obiettivo”, ha sottolineato Spano, “il rapporto mette a disposizione un’integrazione di dati climatici originali con una rassegna approfondita sullo stato dell’arte della conoscenza sugli impatti da cambiamenti climatici e sugli strumenti e i metodi che le città hanno a disposizione per valutare, analizzare e affrontare le conseguenze dei cambiamenti climatici”.
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La fotografia generale, quella che inquadra tutte le sei città prese in esame, mostra un futuro con ondate di calore e alluvioni sempre più frequenti. Sono questi due, infatti, gli impatti principali sulle città studiate, Bologna compresa. Si tratta di una previsione che è confermata anche da altri studi, a cominciare da quello dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (ISPRA) e dai rapporti annuali come quello dell’ARPA regionale. In questo primo approfondimento ci concentriamo su il cambiamento del clima a livello della città di Bologna.
L’aumento delle temperature negli ultimi 30 anni
Il rapporto Analisi del Rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane mostra le variazioni del clima locale nel periodo 1989-2020. In questo periodo, si sono registrati “aumenti significativi della temperatura media annuale rispetto alla media del periodo”. Dal 2014 Bologna è in una serie ininterrotta di anni più caldi, toccando +0,9 °C rispetto alla media proprio nel 2020. La città funge da vera e propria isola di calore, i cui effetti si riverberano anche sui territori circostanti. Oggi, la temperatura minima dell’area urbana di Bologna è 3,5 °C più alta che nelle aree rurali.
Una conseguenza importante dell’aumento delle temperature medie è il corrispondente aumento di giorni molto caldi (temperatura massima giornaliera oltre i 25 °C) e delle notti calde o notti tropicali (temperatura minima maggiore di 20 °C). Come sottolinea il rapporto, “questi due indicatori sono importanti per lo studio degli impatti dei cambiamenti climatici sulla salute delle persone e sui consumi energetici per il raffrescamento degli ambienti”.
Il grafico mostra sull’asse verticale la percentuale di giorni e notti calde. Da giugno a settembre, oltre il 70% dei giorni vede temperature massime superiori ai 25 °C e nei due mesi centrali la percentuale è del 100%. Lo stesso andamento hanno anche le notti calde.
Gli scenari futuri per Bologna
Per guardare al futuro, il Rapporto del CMCC sulle sei città fa riferimento parte da due dei principali scenari globali elaborati dall’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) poiché sono quelli sui quali sono disponibili le analisi più avanzate. Si tratta dello “scenario con politiche climatiche” (RCP4.5), e “scenario senza politiche climatiche” (RCP8.5).
In particolare, lo scenario RCP4.5 non è il più ottimista, ma prevede una limitata protezione del clima. L’RCP4.5 prevede una diminuzione delle emissioni di gas a effetto serra, ma le loro concentrazioni nell’atmosfera aumenteranno comunque nei prossimi 50 anni. In generale, l’obiettivo dei “+2 °C” non è raggiunto. Lo scenario RCP8.5 è invece il più pessimista preso in considerazione dall’IPCC. È lo scenario in cui non si agisce in alcun modo per ridurre le emissioni e, anzi, aumenteranno in modo continuativo nei prossimi decenni.
In questi due scenari, per la città di Bologna le strade future sono molto diverse. Qui sotto si possono vedere gli andamenti simulati dell’aumento delle temperature medie nelle quattro stagioni. In rosso è mostrato l’andamento nel caso dello scenario senza intervento di protezione del clima (RCP8.5), mentre in azzurro quello con la messa in campo di politiche di adattamento e mitigazione (RCP4.5).
La stessa situazione più grave nel caso dello scenario senza interventi si può vede anche dalle proiezioni sull’andamento della frequenza dei giorni molto caldi. Anche in questo caso suddivisi per stagioni.
La variazione del regime di precipitazioni
Un altro aspetto molto importante è la variazione delle precipitazioni. La città si trova in un’area a rischio significativo per le alluvioni. A Bologna oltre il 50% delle aree comunali presenta una risposta idrologica “scarsa” o “molto scarsa”. Per questo motivo, tra le sei città esaminate, il capoluogo dell’Emilia-Romagna è tra quelle per cui si prevede un aumento delle conseguenze di forti piogge. Nonostante le simulazioni su entrambi gli scenari non diano indicazioni altrettanto chiare rispetto a quelle sulle temperature, è praticamente certo che nell’area urbana di Bologna si aggraveranno gli eventi estremi di precipitazione e aumenteranno sia la frequenza, sia l’intensità degli episodi di allagamento.
Utilizzando una risoluzione leggermente inferiore (8 chilometri), il Rapporto mostra anche le previsioni di variazione delle precipitazioni nei vari settori della città, sempre nei due scenari considerati. In ogni caso, le estati saranno sempre meno piovose e gli autunni, al contrario, più propensi alle precipitazioni.
di marco boscolo – formicabli
Tutte le immagini nel testo provengono da Analisi del rischio. I cambiamenti climatici in sei città italiane pubblicato a settembre 2021 dal CMCC.
Immagine di copertina: marco boscolo