Con la modifica a due articoli ambiente, biodiversità ed ecosistemi devono essere tutelati anche per le future generazioni. Che cosa significa
Il 9 marzo 2022 è entrato ufficialmente in vigore la modifica che introduce esplicitamente nella Costituzione italiana la tutela dell’ambiente. La Legge Costituzionale è stata approvata dalle due camere del Parlamento a febbraio 2022 e ha previsto la modifica di due articoli, il n.9 e il n.41. Per alcuni osservatori si è trattato di “giornata epocale”, come per esempio per il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. Per altri, invece, come nel caso del deputato Giovanni Vianello che ha parlato di greenwashing, si tratta di una misura condivisibile, ma superflua.
Non solo ambiente
“Si tratta di una novità importante”, sottolinea Andrea Morrone, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Bologna, esperto di diritto ambientale e uno dei sostenitori della modifica costituzionale. Se è vero che da una parte può sembrare solamente “una formalizzazione di una realtà che già emerge dalla giurisprudenza”, non c’è dubbio che l’introduzione della tutela dell’ambiente nella Costituzione le dà maggiore forza: “questa tutela da oggi ha un valore cogente e tutti dovranno attenervisi in tutti i processi decisionali e nei comportamenti”.
Altre modifiche della costituzione sono state introdotte nel corso degli anni, come per esempio quella per il taglio del numero dei parlamentari. Segno, secondo il costituzionalista, che la Carta non è immutabile, ma capace di dialogare con il tempo presente. Questa modifica ha però un carattere particolare, perché per la prima volta è stato toccato un articolo che si trova nella parte iniziale, quella dei principi fondamentali. “Sono i valori fondamentali su cui si basa tutto il resto della Costituzione e l’organizzazione dello Stato”, spiega Morrone. Si tratta perciò di un riconoscimento dell’importanza che oggi ha assunto la tutela ambientale per la nostra società.
La tutela introdotta non si limita a indicare nella tutela dell’ambiente un principio fondamentale, ma allarga il discorso anche alla biodiversità e agli ecosistemi. E aggiunge che lo fa “anche nell’interesse delle future generazioni”. Si vede qui in atto quel rapporto con le trasformazioni della società che vengono assorbite e registrate dalla Costituzione sottolineato da Morrone. Solamente qualche anno fa non c’erano ancora stati i rapporti dell’IPCC, le Conferenze per il Clima, ma soprattutto i movimenti di piazza, anche di giovani e giovanissimi, che hanno riportato il futuro al centro del discorso ambientalista.
Cosa cambia
La tutela dell’ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi introdotta in Costituzione implica che da oggi ogni azione pubblica e privata dovrà tenere conto di questo principio. “Significa che da oggi”, spiega Morrone, “c’è un cambio di prospettiva sulle politiche. Per esempio, in quelle industriali e di impresa, la tutela dell’ambiente dovrà necessariamente essere presa in considerazione”. Altrimenti, potrebbe trattarsi di una politica incostituzionale. “Questo, ovviamente, non significa che l’ambiente va tutelato sempre e a ogni costo, perché ci sono anche altri principi fondamentali che devono essere tutelati. Significa però che bisogna trovare una giusta misura e che nelle scelte l’ambiente non può essere lasciato fuori”.
L’esempio potrebbe essere quello della gestione di un complesso industriale che per sua natura ha un impatto sull’ambiente. Fino ad oggi abbiamo tutelato il lavoro, la salute, il paesaggio e adesso si aggiunge anche l’ambiente. C’era già una giurisprudenza che lo tutelava di fatto, in accordo al diritto vivente che si modifica con la sensibilità della società? Sì, ma ora questo principio si è ulteriormente rafforzato. Il che significa, guardandolo da un altro punto di vista, che la Costituzione non solo dà la direzione in cui vanno sviluppate le norme, ma propone anche una indicazione per le scelte a più ampio raggio dello Stato. La modifica dell’articolo 41 secondo il quale “l’iniziativa economica privata è libera”, infatti, da ora in avanti dovrà tenere in considerazione il fatto che non si può nemmeno danneggiare l’ambiente e si prevedono controlli “opportuni perché l’attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”, a cui ora sono stati aggiunti i “fini ambientali”.
In Francia
In Francia, una modifica della Costituzione per introdurre la tutela ambientale è stata introdotta nel 2004. “Più precisamente”, spiega Morrone, “si è introdotta la tutela dell’ambiente nel Preambolo. La Costituzione francese, infatti, è di fatto composta da due documenti, un Preambolo e la Costituzione in senso stretto. La prima parte dà, per così dire, le coordinate generali, mentre la seconda è più strettamente normativa. Negli ultimi anni c’è stata una proposta di modificare anche la Costituzione, “perché alcuni ritengono che la tutela dell’ambiente inserita nel Preambolo non sia sufficientemente normativa”, spiega Morrone. Comunque vada a finire la proposta, non v’è dubbio che dal 2004 ad oggi in Francia “sono cambiate le politiche locali sull’ambiente”. È l’effetto culturale di una modifica alla Costituzione.
di marco boscolo – formicablu