La pandemia ci ha improvvisamente imposto di vivere in maniera molto diversa gli spazi della città e in particolare quelli destinati alle relazioni sociali. I luoghi molto attrattivi, come le piazze dei centri storici e i grandi parchi urbani, hanno aumentato notevolmente la loro già alta attrattività, e quelli troppo piccoli rispetto alla loro densità d’uso in alcuni orari, come le aree di ingresso scolastico, si sono dimostrati ad alto rischio di contagio, tanto da diventare oggetto di chiusure generalizzate o puntuali.
In questa situazione, abbiamo iniziato ad apprezzare lo spazio di prossimità: i parchi e i luoghi vicini a casa, i marciapiedi sui quali siamo tornati a camminare, il nostro quartiere. È così che la presenza di piccoli spazi pubblici diffusi in tutta la città si è dimostrata un’enorme risorsa da valorizzare.
Tale constatazione ha favorito un intenso confronto tra esperti, a partire dal primo lockdown. Questo dibattito ha trovato diversi spazi di confronto, fra i quali l’Osservatorio promosso dalla Fondazione per l’Innovazione Urbana, e a livello locale non sono mancate proposte da parte della cittadinanza, come quella avanzata dal Comitato Strade Aperte di Bologna.
In questo frangente, il Comune di Bologna e, in particolare, il Settore Mobilità è stato un attore centrale per mettere in campo concrete risposte ai bisogni dettati dalla pandemia sotto diversi punti di vista. A seguito di un lavoro di studio e analisi svolto in collaborazione con la Fondazione per l’Innovazione Urbana, a luglio 2020 il Settore Mobilità del Comune di Bologna ha infatti approvato il Piano per la Pedonalità Emergenziale (PPE), uno strumento finalizzato a dare risposte ai nuovi bisogni di spazio pubblico a Bologna. Contemporaneamente, è stato approvato anche il Piano per la Ciclabilità Emergenziale (PCE) per rispondere alla necessità, emersa con forza durante la crisi sanitaria, di utilizzare la bicicletta come mezzo alternativo al trasporto pubblico collettivo, dove il rischio di contagio è particolarmente alto.
Accelerare l’attuazione di obiettivi già definiti attraverso sperimentazioni temporanee
Come visto, il Piano per la Pedonalità Emergenziale nasce in circostanze “di emergenza”. Eppure, da subito si è riscontrato come i bisogni emersi in questa contingenza si inquadrassero coerentemente entro obiettivi già presenti negli strumenti pianificatori del Comune di Bologna, come il Piano Urbanistico Generale (PUG), il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (PUMS) e il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PGTU).
Già prima della pandemia, era chiara la necessità di incentivare e sostenere uno sviluppo urbano policentrico e più sostenibile, che andasse oltre il centro storico e promuovesse una vita più sana in sinergia con gli spazi verdi e naturali. Effettivamente questi indirizzi sposano bene le urgenze emerse con la crisi sanitaria, come ben testimonia il legame fra la pandemia e la crisi ecologica, approfondita anche in un altro articolo pubblicato su Chiara.Eco.
Lo stesso Bilancio Partecipativo è uno strumento del Comune il cui processo viene gestito dalla Fondazione Innovazione Urbana e che, già prima dell’emergenza sanitaria, aveva come obiettivo la valorizzazione degli spazi di prossimità, intesi proprio come quei luoghi di condivisione del vivere sociale e determinati da una vicinanza territoriale.
Dunque, non solo il Piano è stato sviluppato entro obiettivi già individuati e coerenti con le condizioni in cui nasce, ma ha anche rappresentato una preziosa possibilità di anticipare per quanto possibile l’attuazione di obiettivi esistenti, anche attraverso strumenti nuovi e sperimentali, in risposta all’emergenza sanitaria.
La Fondazione Innovazione Urbana dopo l’emergenza ha attivato il Cantiere Spazio a Bologna, un progetto con al centro lo spazio pubblico di prossimità prima e dopo la crisi nel quale si inquadrano le diverse attività svolte dalla Fondazione in quest’ambito durante questo periodo. Sulla pagina, si possono trovare approfondimenti e aggiornamenti anche relazionati alle misure emergenziali del Piano per la Pedonalità Emergenziale.
Cartello informativo dell’intervento sperimentale e dell’attività di osservazione e monitoraggio davanti alle scuole Bombicci
Le previsioni del Piano per la Pedonalità Emergenziale
Il Piano per la Pedonalità Emergenziale si pone l’obiettivo di potenziare gradualmente la fruibilità pedonale di tutte le zone della città, e lo fa attraverso una rete di micro sperimentazioni e interventi temporanei, inscritti in una visione di più lungo periodo di rafforzamento del modello policentrico e sostenibile della città. Allo stesso tempo, il Piano prevede di cogliere ulteriori benefici, come la riduzione dell’inquinamento, il potenziamento della mobilità di prossimità e delle reti di vicinato e l’incremento della qualità e della quantità di spazi pubblici diffusi.
In una prima fase, il carattere temporaneo degli interventi permette di sperimentarne gli effetti sul territorio, osservarli e valutarli; un metodo simile è stato usato per la il processo di trasformazione di Piazza Rossini, nel centro storico. A supporto della fase di valutazione dell’Amministrazione, la Fondazione Innovazione Urbana svolge un’attività di osservazione e monitoraggio delle aree oggetto di intervento; il confronto dei dati e delle informazioni (conteggio presenze, mappatura degli usi, fotografia, interviste, questionari) raccolti prima e dopo l’attuazione permettono di avere una misura dell’impatto delle trasformazioni. Se la valutazione avrà esito positivo, gli interventi sperimentali verranno confermati con eventuali modifiche migliorative.
Il Piano ha un carattere implementale, quindi alcuni interventi sono stati effettuati già nel mese di Luglio 2020, altri sono stati definiti successivamente e altri ancora potranno essere individuati nel tempo.
Gli interventi sono categorizzati in tre tipologie: aree scolastiche (via Procaccini/via di Vincenzo, via Perti, via Barbieri, via Benini), playground (via Milano, via Guido Rossa), e rigenerazione urbana (via Mazzoni, via Sigonio, largo Brescia).
Sperimentazione dell’area di ingresso scolastico davanti alle scuole Testoni Fioravanti in via di Vincenzo
Il Piano ha individuato poi degli indirizzi sulla base dei quali progettare gli interventi: dal punto di vista ambientale, saranno applicate soluzioni progettuali che incentivino la mobilità sostenibile, implementino la presenza di vegetazione, prevedano l’utilizzo di materiali minerali così come di vernici chiare per riflettere i raggi solari o, dove e quando possibile, prevedano azioni di de-paving e l’utilizzo dell’acqua. Allo stesso tempo è previsto dal Piano che gli interventi abbiano attrattività e impatto sugli attori locali, sulle comunità urbane e sulle persone, attraverso la valorizzazione dell’identità di questi luoghi, la creazione di spazi confortevoli ed equilibrati, con arredi urbani innovativi e creativi, spazi gioco non convenzionali, la pedonalizzazione di spazi, ad oggi carrabili o non utilizzati.
Con il rientro a scuola a Settembre 2020 è risultato più urgente concentrare il lavoro sulle aree scolastiche; questa intenzione dell’Amministrazione è stata favorita anche da una modifica al Codice della Strada, avvenuta durante l’estate, che ha regolamentato per la prima volta le “aree scolastiche”. Nell’ambito del Piano sono stati così già attuati diversi interventi, i più significativi su via Perti davanti alle scuole Bombicci e su via Murri fra il mercatino di Chiesa Nuova e le scuole Tambroni.
Sperimentazione dell’Area Scolastica nel tratto stradale in via Murri tra il Mercatino Rionale di Chiesa Nuova e le scuole Tambroni
Questi progetti sono ora in fase di sperimentazione ed è conclusa la fase di osservazione e monitoraggio delle trasformazioni apportate.Contemporaneamente su queste ed altre aree il Comune in collaborazione con il Centro Antartide ha attivato il Pedibus sfruttando al meglio le nuove Aree Scolastiche. Nell’ambito del Piano sono inoltre stati attuati altri interventi oltre a quelli inizialmente previsti raccogliendo le segnalazioni delle singole scuole e individuando soluzioni che potessero garantire maggior sicurezza nell’accesso scolastico (ed esempio in via Montebello davanti all’Istituto San Vincenzo de Paoli o in via Capramozza davanti alle scuole Lavinia Fontana e al Nido Aquilone).
In conclusione, è importante sottolineare come le sperimentazioni previste del Piano giochino un doppio ruolo: da un lato sono una risposta veloce ai bisogni emersi con la pandemia, dall’altro costituiscono un’occasione per sperimentare strumenti nuovi, che possono rivelarsi di straordinaria importanza per il perseguimento degli obiettivi previsti dai piani esistenti, di cui si è compreso più a fondo il valore in questa situazione di emergenza.
Il Comune di Bologna e la Fondazione Innovazione Urbana stanno continuando il lavoro di studio, approfondimento e progettazione avviato ad inizio pandemia, per perseguire gli obiettivi del Piano per la Pedonalità Emergenziale, valorizzare il sua carattere incrementale e quindi aumentare gradualmente la pedonalità diffusa, per un modello policentrico e sostenibile di città che vada oltre l’emergenza.
Di Leonardo Tedeschi – Fondazione Innovazione Urbana
Leonardo è un architetto specializzato in gestione dell’impresa sociale. Ha esperienza in progetti di rigenerazione urbana e come volontario attivo nella riappropriazione di beni comuni urbani. In Fondazione si occupa di progetti legati allo spazio pubblico, delle installazioni e delle mostre ospitate negli spazi della Fondazione. All’interno dell’Ufficio Immaginazione Civica cura i processi di realizzazione dei progetti del Bilancio Partecipativo e altri percorsi legati alla riqualificazione di edifici e spazi pubblici.