Il secondo incontro dell’Assemblea cittadina per il clima si è svolto mercoledì 14 giugno. Abbiamo raccolto le impressioni dei partecipanti, tra entusiasmo e un po’ di timore
Mercoledì 14 giugno presso la casa di quartiere Katia Bertasi si è svolto il secondo incontro dell’Assemblea cittadina per il clima, il percorso di democrazia partecipativa in cui 100 persone stenderanno proposte e raccomandazioni su come il Comune dovrà affrontare la crisi climatica. Negli scorsi mesi abbiamo già raccontato quali sono i criteri con cui sono stati sorteggiati i e le partecipanti, in modo che siano una selezione rappresentativa della popolazione bolognese. Per capire chi sono – e cosa pensano del compito a cui lavoreranno insieme per i prossimi mesi – abbiamo raccolto le loro impressioni durante il secondo incontro dell’Assemblea.
Le portavoci dell’Assemblea
Partiamo dalle portavoci dell’Assemblea, che sono state sorteggiate da un gruppo di volontari durante il primo incontro. Oltre a partecipare ai lavori dell’Assemblea, le portavoci fanno anche parte del comitato di coordinamento, responsabile dell’organizzazione del processo stesso.
Chiara Crescimbeni è studente di medicina all’Università di Bologna, campus di Ravenna, e vive a Bologna (“almeno per ora”, aggiunge). Racconta: “Durante il primo incontro è stato bello aver visto tantissime domande da parte dei partecipanti agli esperti. Molti dei partecipanti sono già informati sui temi ambientali, in particolare i più giovani, anche perché io e i miei coetanei abbiamo studiato anche a scuola il cambiamento climatico. I più anziani hanno magari qualche pregiudizio, ma sono anche i più pronti a fare domande. C’è molta voglia di scoprire”.
Anche l’altra portavoce, Carlotta Priviato, agente della polizia locale e studentessa di ingegneria edile, è già attenta ai problemi ambientali, su cui cerca di sensibilizzare ogni giorno amici e parenti. E riguardo all’Assemblea, sente la responsabilità politica dell’iniziativa: “Visto che dobbiamo portare le nostre proposte ai politici, dobbiamo lavorare in modo che siano proposte davvero valide. Un’iniziativa come l’Assemblea cittadina secondo me mostra che non siamo così abbandonati dalle amministrazioni comunali, come molti credono”. Priviato sta preparando la tesi di laurea e vorrebbe che la sua esperienza nell’Assemblea cittadina confluisse in questo lavoro. “Non avevo idea di cosa fossero le assemblee cittadine prima che mi arrivasse la lettera di sorteggio. È un’idea innovativa e con la mia tesi vorrei aiutare a diffondere la conoscenza su questa iniziativa.”
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Entusiasmo e qualche timore
L’entusiasmo di partecipare a un’Assemblea per il clima e dare un contributo attivo alla vita della città è stato uno dei sentimenti emersi di più durante questi primi incontri. Tra gli argomenti che i partecipanti considerano più interessanti, invece, vincono la mobilità e le energie rinnovabili: elementi fondamentali per la transizione energetica, uno dei punti chiave su cui dovrà deliberare l’assemblea cittadina.
È proprio sui contenuti che si concentrano fin da subito molti dei partecipanti, quando facciamo loro delle domande. “Durante gli interventi degli esperti ho scoperto molte cose nuove”, racconta Gianfranco, autista. “Mi ha fatto impressione scoprire quanto inquinano le mucche: non sapevo causassero così tante emissioni di metano”. Si stima che il bestiame emetta circa il 5,8% delle emissioni di gas serra globali.
Ma alcuni sono preoccupati: il cambiamento climatico è un problema complesso, che coinvolge settori economici, tecnologie nuove, problemi sociali. Beatrice, neolaureata che vuole fare l’insegnante, spiega: “Non sono molto attiva sui temi ambientali e ho un po’ di timore sul contributo che posso dare”. Charlotte, insegnante di origine belga che vive e lavora a Bologna, condivide la preoccupazione, anche se ha sentito parlare dell’esperienza delle assemblee cittadine in Francia ed è contenta di essere stata sorteggiata per fare parte di quella bolognese.
Anche Matteo, informatico, commenta: “Avrei voluto scegliere solo alcuni argomenti da approfondire, in modo da concentrarmi su aspetti che già conosco e fare in modo di dare un’opinione sensata”. Ma Tommaso, ingegnere biomedico, ribatte: “Proprio perché non siamo esperti su molti di questi argomenti mi sembra importante che la formazione copra tanti temi diversi”.
I partecipanti in plenaria durante l’apertura del secondo incontro dell’Assemblea.
L’informazione è uno dei punti chiave di questo processo. “La partecipazione deliberativa mira a porre i cittadini nelle condizioni di pervenire a un’opinione ben informata in merito a questioni rilevanti di natura pubblica tramite l’accesso – in modo bilanciato – a informazioni fattuali, punti di vista, esperienze e idee”, scrive Rodolfo Lewanski, esperto di democrazia partecipativa. “A questo fine i partecipanti dispongono di materiali informativi, ascoltano e pongono domande sia ad esperti nei campi rilevanti sia a esponenti dei gruppi d’interesse”.
Durante il secondo incontro, oltre al gruppo di esperti che seguiranno i cittadini per tutta la durata dell’Assemblea, è intervenuto Carlo Cacciamani, direttore di ItaliaMeteo, che ha spiegato che “A causa del cambiamento climatico i fenomeni pericolosi stanno crescendo di frequenza. Bisogna prepararsi con azioni di adattamento, che è tutt’altro sinonimo di rassegnazione: è agire per salvare vite, come nel caso dei sistemi di allerta che durante l’alluvione in Romagna hanno permesso di avvisare i sindaci del livello di rischio e di far evacuare gli abitanti in tempo”. Le informazioni presentate durante l’Assemblea sono disponibili sul sito del Comune nella sezione Partecipa.
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Arrivare a risultati concreti
C’è chi, invece, è scettico sui risultati effettivi a cui porterà l’Assemblea. Leone, rappresentante commerciale, afferma: “Mi pare che i propositi dell’iniziativa siano buoni, ma poi bisogna vedere se portano a qualcosa.” Anche Michela, impiegata all’università di Bologna ed ex ricercatrice, spiega: “Sono molto entusiasta di partecipare a questo esperimento di democrazia partecipativa. Io ho a cuore il problema del cambiamento climatico ma spero che [l’assemblea] porti davvero a risultati concreti”.
Anche alcuni partecipanti più giovani condividono qualche dubbio. Ambra, studente di sociologia, dice: “Ho molto a cuore l’ambiente, questo problema mi interessa davvero. Ma devo dire che sono un po’ delusa: mi aspettavo che si sarebbe parlato di più di soluzioni alternative e davvero praticabili adesso. Parlare di auto elettriche come una soluzione per l’oggi non tiene conto del fatto che tanti non se la possono permettere: non è una cosa che possiamo cambiare subito”. Raoul, studente di geopolitica e attivo in associazioni culturali, continua: “Secondo me questa assemblea non ha l’approccio giusto, perché discute di come arginare il problema, ma non di come affrontarlo davvero. Le soluzioni di cui si parla non vanno davvero a mettere in discussione il problema, che è il nostro stile di vita”.
Anche le persone più critiche, però, si mostrano entusiaste di partecipare all’esperimento di questa Assemblea per il clima. Per Laura, impiegata in un’azienda di Casalecchio, la creazione di questa iniziativa è stata una sorpresa positiva. “Quando mi è arrivata la lettera del sorteggio ho pensato fosse spam, invece poi ho controllato il sito del Comune ed era vero! Inizialmente però non capivo quale potesse essere il mio contributo: ho trovato bello ed entusiasmante imparare di più su questi temi e capire come posso partecipare. Spesso ci si sente tagliati fuori dalle decisioni della politica, invece in iniziative come questa possiamo dare davvero un contributo”.
Uno dei gruppi di discussione durante l’incontro del 14 giugno.
di Anna Violato – formicablu
Anna Violato è una comunicatrice della scienza freelance che vive a Bologna. Collabora con RADAR Magazine, testata online che racconta i cambiamenti del clima e dell’ambiente, con lo studio di comunicazione scientifica formicablu e con diverse case editrici.
Fotografie di Margherita Caprili